Animatore Pastorale

Mauro Giusti

  • Catechista- animatore e formatore pastorale.
  • È componente dell’équipe del servizio diocesano per l’inclusione, l’appartenenza, la partecipazione delle persone più fragili e loro famiglie, nelle Comunità Cristiane parrocchiali, diretto dagli sposi incaricati Raffaella e Gabriele Benatti, diacono.

Mauro, da quasi cinquant’anni, per via di una tetraplegia spastica non riesce a controllare nessun muscolo del proprio corpo e non può esprimersi come vorrebbe ma comunica con gli occhi, orientando lo sguardo sulle lettere di un alfabetiere trasparente. La sua voce è quella della mamma che gli è sempre accanto, o quella di un amico che appena può o c’è bisogno, arriva senza problemi, felice di farlo.
Da quando è morto il papà, Marco vive con la mamma nella sua casa, alla periferia del paese. Hanno bisogno di aiuto, ma non sono soli. A loro fianco c’è sempre un amico con cui scambiare alcune chiacchere e per condividere i momenti della giornata, accompagnarli da qualche parte e per dimezzare gli sforzi per la movimentazione di cui Mauro ha periodicamente bisogno.

Mauro si presenta e detta queste parole, in occasione di un messaggio rivolto a persone che ancora non conosce.

«Sempre mi fa star bene: l’amore di mia madre e dei miei amici, l’aiuto che ricevo da loro, i rapporti di amicizia che riesco a stabilire, la comprensione e il rispetto degli altri, la mia capacità di relazionarmi e di essere accettato.

Mi preoccupano l’indifferenza e la mancanza di sensibilità nei confronti dei disabili in generale.

Molti si girono dall’altra parte o guardano con senso di pietà o addirittura di rifiuto che non risponde a canoni estetici prestabiliti, “non fare agli altri quello che vorresti non fosse fatto te”…precetti evangelici che ogni cristiano dovrebbe praticare».

Il mio desiderio maggiore sarebbe quello di essere maggiormente accolto nella comunità e avere in parrocchia ruolo importante e positivo.

Gesù come ha detto lui stesso è maestro, è Via, Verità e Vita. Io cerco, per quel che so e posso, di seguire i suoi insegnamenti, con tutti limiti fisici, ma nella pienezza del mio essere spirituale e morale.

Le persone che incontro sono amici veri che mi aiutano, mi supportano e mi considerano loro fratello.

Vengono da fuori parrocchia e da fuori città. Quando sono con loro mi rende felice sentirmi perfettamente a mio agio, essere compreso e considerato in modo assolutamente paritario da loro.

Vorrei far comprendere alle persone della mia parrocchia che ognuno deve essere visto con gli occhi di Dio, figlio come tutti, anzi il disabile è portatore di valori e principi che sono alla base della vita umana e cristiana.”

 

Mauro «SPIEGAMI LA VITA con le tue parole, anzi …… con la tua CANZONE!»

Backstage https://www.Youtube.com/watch?v=1S7uvMjmYWo

Videoclip della canzone, “SPIEGAMI LA VITA …” https://www.youtube.com/watch?v=VY5MLOY-cbw

Scritta da Mauro paroliere iscritto alla SIAE

Testo di Mauro Giusti

Musica di Marco Spaggiari

Articolo di cronaca

https://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/mauro-giusti-affetto-deficit-motorio-paroliere-controtempo-1.796627

Testimonianze di chi ha conosciuto Mauro

Mi chiamo Annalisa M.

Ho conosciuto Mauro al Treno della Grazia, un pellegrinaggio per bambini e le loro famiglie che l’Unitalsi organizza a Loreto. La mia esperienza risale a molti anni fa, Mauro era un bimbetto e io poco più di una decina d’anni più grande di lui. Ci siamo visti per diversi anni in questi pellegrinaggi e poi tante volte in occasione di incontri, momenti di preghiera, feste, vacanze insieme a tanti amici dell’Unitalsi.

Quali sono state le tue prime difficoltà?

Penso siano state quelle che hanno tutti quando si incontra qualcuno che non può relazionarsi con te come sei abituato, che non può esprimere con la parola quello che sente, ciò di cui ha bisogno, quello che gli piace, che non può controllare i propri movimenti e che pertanto sei portato a inquadrare in una tipologia di persone che ti sembra non riescano a recepire tutto quello che accade intorno a sé. Questo, finché rimani alla superficie, all’apparenza.

Per fortuna, grazie a persone che lo conoscevano molto bene e alla pazienza di Mauro e dei suoi genitori, piano piano ho capito che dentro a questo ragazzo forzatamente bloccato nei movimenti e nella parola c’era una persona ricchissima di curiosità, simpatia, intelligenza, cuore, fede…

Un po’ di “allenamento” serve per:

– capire come intessere una conversazione facendogli domande a cui lui può rispondere SI/No muovendo gli occhi (nell’attesa di imparare il suo linguaggio, cioè la composizione delle parole tramite il movimento della pupilla che scorre le lettere su una lavagna di plexiglas)

– capire che non posso fargli domande a raffica … lui deve rispondere con i tempi che il suo corpo gli detta, quindi: calma, pazienza, senza fretta; solo così si può realmente entrare in sintonia con lui, e lui può esprimere con serenità tutto quello che ha dentro.

– capire che quando siamo insieme ad altre persone lui non deve essere “parcheggiato”, ma deve poter partecipare attivamente; e non potendolo fare direttamente, spetta a chi è lì fargli da gambe per muoversi insieme agli altri, fargli da interprete per portare il suo pensiero.

Se vuoi conoscerlo “di corsa” non ce la farai mai, farai stare male Mauro e tu perderai l’occasione di conoscere una persona davvero bella, vera, sincera.

Mi soffermo su questo aspetto, perché è un punto importante e purtroppo difficile da far digerire.

Quante volte mi sono sentita dire (e quante volte se lo sono sentiti dire Mauro e genitori) che quello che si riporta come detto direttamente da Mauro, in realtà è il pensiero dei genitori o degli amici, che è impossibile che lo “dica” lui ecc …

Questa è una grossa ferita, sia per chi se lo sente dire e ancor più per Mauro, che essendo in grado di intendere e di volere lo capisce …

In questi casi ho sperimentato che le parole per convincere le persone che Mauro è una persona viva “dentro”, non servono: si trova un muro di gomma, anche in buona fede.

L’unica soluzione è proporre di passare due orette (non è un’eternità …) a casa di Mauro e verificare di persona che non si fa manipolare da nessuno. E da lì può davvero nascere il desiderio di tornare a passare altre due orette e così via per approfondire la sua conoscenza …

Mauro mi ha aiutato a capire che la conoscenza vera tra persone, anche tra quelle che apparentemente non hanno difficoltà, richiede tempo, è normale che sia così, altrimenti rimaniamo su rapporti superficiali, che non portano a nulla.

Cosa ti ha spinto di più nel costruire la tua amicizia con lui?

Quando entri nel mondo del volontariato, spesso parti entusiasta pensando di poter essere di aiuto a chi può aver bisogno delle tue capacità come se tu fossi la soluzione di tutti i bisogni del mondo. Poi, sempre grazie alla pazienza degli interessati e dei loro familiari, ti ridimensioni, piano piano impari a metterti a fianco e non in prima posizione, a tacere e ad ascoltare (sia l’interessato che i familiari, che un po’ più esperienza di te ce l’hanno …), a dare tempo all’altro di aprirsi e di farsi conoscere (e stessa cosa vale per te nei suoi confronti), e ti rendi conto di chi hai di fronte a te: una persona sincera, profonda, di cui ti puoi fidare, con cui puoi confidarti, tanto sensibile, e poi simpatica, spiritosa, con voglia di vivere, con mille interessi. Come fai a non diventare amico di uno così? Mauro è uno così.

Ha influito l’amicizia con Mauro su di te? In quale aspetto ritieni sia cambiata maggiormente?

Diciamo meglio, come “dovrebbe” essere maggiormente cambiata, perché Mauro è un grande insegnante, io un’allieva un po’ testona…

Ha influito e mi ha (un po’) cambiato:

– nella pazienza nell’affrontare le cose che non vanno come vorrei

– nel fare/dire cose mettendomi nei suoi panni, perché è diverso affrontare un discorso o una situazione se lo fai dal tuo punto di vista (se sei uno che può parlare senza “intermediari”, che può muoversi ecc..) o dal suo punto di vista, che “dentro” è come te ma “fuori” è “legato”; questo ovviamente aiuta in generale: quando vuoi fare qualcosa che coinvolga persone come Mauro, devi “entrare” in loro, perché se parti solo da te stesso hai una visione troppo limitata del mondo …

– nel riscoprire l’essenzialità dei valori veri: Mauro va al cuore delle cose, senza tanti giri di parole; il resto si costruisce intorno a questa essenzialità

Cosa fate, in genere, quando siete insieme? Cosa gli piace fare di più e cosa, invece, resta ancora un desiderio da realizzare?

Dipende dalle circostanze. Spesso si chiacchiera, si collabora in specifici momenti dell’anno su attività e iniziative che coinvolgono Associazioni come Unitalsi e Acae, si partecipa a vari eventi di suo interesse.

Gli piace tutto, dalla musica al teatro, dallo sport alle visite a luoghi di interesse artistico o naturale, la montagna, il mare… Gli piace il contatto con le persone, con i giovani, poter parlare con loro.

Ho detto che gli piace, ma puntualizzo che molto di tutto questo resta un desiderio da realizzare più di frequente, e potrebbe essere fatto se ci fossero più persone che – come dice Mauro – gli facessero da gambe e da braccia.

A chi ancora non conosce Mauro o non ha fatto un’esperienza simile alla tua, qual è la motivazione più incisiva che faresti per motivarlo?

Ti fa crescere umanamente e nella fede: ti aiuta ad andare all’essenza delle cose, al succo della vita, ti ricorda i valori veri, basilari, fondamentali che devi coltivare, affina la tua sensibilità, ti apre gli occhi per vivere relazioni autentiche e rispettose con gli altri, ti fa capire cosa vuole dire avere fede in tutte le circostanze che la vita ti pone davanti.

Tutte cose che ti fanno crescere non solo nel rapporto tra te e lui, ma anche tra te e quelli di casa tua, i tuoi colleghi, i tuoi amici, le persone sconosciute che incontri per strada, e tra te e Dio.

Ti insegna quello che dovrebbe diventare il nostro “stile di vita”.

Mi chiamo Davide De P

e sono amico di Mauro Giusti. L’ho conosciuto molti anni fa, durante un periodo di vacanze presso la Villa Gregoriana di Palus San Marco, vicino ad Auronzo di Cadore. Da allora siamo rimasti sempre in contatto ed in amicizia. Io abito a Belluno e, come Mauro, sono un ragazzo cerebroleso (….) Ma sento molto la lontananza dei miei amici e loro la mia, tanto che mi mandano messaggi e fanno telefonate per chiedere quando riprenderemo ad incontrarci. Io non vedo l’ora, mi mancano tanto come pure mi mancano gli esercizi e gli stimoli che mi fanno star bene e riempiono la mia vita.

Mi chiamo Fulvio F.

e ho conosciuto Mauro 13 anni fa al Villaggio Senza Barriere di Tolè (Bo). Ero andato al villaggio per un campo estivo della mia Parrocchia, e una volta arrivato lì mi hanno chiesto di seguire Mauro per tutto il mio periodo di permanenza. Devo ammettere che inizialmente non è stato facile perché faticavo a capire cosa Mauro volesse dirmi o trasmettermi ma già dai primi giorni, grazie al suo impegno e alla sua pazienza anche solo con il movimento degli occhi per indicare il SI e il NO siamo riusciti a stringere una bella amicizia. Il mio desiderio di scoprire qualcosa di più su Mauro mi ha fatto tornare al Villaggio per i 2 anni successivi dove ho potuto capire sempre di più la persona speciale che si nasconde dentro questo corpo bloccato su una sedia a rotelle. Dopo le esperienze al Villaggio abbiamo continuato a vederci una volta a settimana per imparare ad utilizzare l’alfabetiere che è la lavagna attraverso la quale Mauro comunica.

Dopo aver imparato ad utilizzare bene l’alfabetiere abbiamo cominciato ad andare nelle parrocchie e poi nelle scuole per raccontare la storia di Mauro e sensibilizzare le persone, soprattutto i giovani sul tema della disabilità.

Inoltre, essendo io uno sportivo, come tutta la mai famiglia, abbiamo ordinato una carrozzina adatta alla corsa e abbiamo spinto Mauro in alcune gare podistiche dai 5 ai 21km sempre per dare un messaggio a chi ci vedeva, perché come dice Mauro “Io non posso camminare ma con le persone giuste attorno poso correre”.

Oltre al messaggio e all’impegno di Mauro nel voler sensibilizzare le persone c’è proprio la voglia di far vivere anche a lui delle esperienze di vita che inizialmente sembravano sogni, continuerò a portarlo a correre ogni volta che me lo chiederà perché so che è un momento che lo fa sentire Vivo.

Se dovessi dire un sogno nel cassetto probabilmente direi quello di fare un Triathlon con lui (nuoto, bici e corsa) perché è proprio da un’esperienza simile di un video visto su YouTube che mi sono ispirato per portarlo a correre la prima volta.
La mia amicizia con Mauro mi ha cambiato il modo di vedere il mondo. Grazie a lui ho imparato ad apprezzare le piccole cose, a non fermarmi alle apparenze e ho riscoperto una sensibilità dentro di me che probabilmente aspettava solo di uscire. A chi non conosce Mauro posso solo dire che non sa cosa si sta perdendo, e di venire a trovarlo di persona per capire davvero quanto è speciale.
Incontro del 28 /09/2021 nella Parrocchia di Spilamberto assieme al diacono Gabriele

(l’allestimento è in fase di pubblicazione sul Sito della diocesi e della Parrocchia)